Guida di Marilena

Marilena
Guida di Marilena

Visite turistiche

Piazza della kalsa su cui si affaccia la monumentale Santa Teresa alla Kalsa, edificata tra il 1686 ed il 1706 da Giacomo Amato, è una delle più importanti testimonianze del barocco a Palermo. Con la sua ampia e maestosa facciata, l’edificio sovrasta la piazza adiacente rendendola particolarmente suggestiva. Costruita lentamente tra il 1686 e il 1706 da Giacomo Amato a favore delle Carmelitane Scalze, la chiesa deve inoltre il suo splendore agli stucchi decorativi del Serpotta presenti all’interno della costruzione. La facciata, imponente testimonianza del barocco palermitano, ha membrature tagliate nelle pietra viva, in uno sviluppo di vibrante effetto che coniuga eredità rinascimentali e barocco romano. Sul portale principale si trova una scodella con la Sacra Famiglia, notevole opera di Cristoforo Milanti, mentre le decorazioni sono rappresentate dalle statue in stucco. L'interno risponde alla grandiosità della struttura, con larghe lesene e solide colonne che definiscono un ampio e luminoso spazio. Prezioso e di suggestivo effetto sono i pavimenti a tarsie marmoree del XVII secolo, mentre nelle cappelle si trovano grandi tele a toni accesi che perseguono il disegno globale dell'architettura. Oltre a Giuseppe e Procopio Serpotta, che firmano, oltre a tutti gli stucchi decorativi, le statue di Sant'Anna e Santa Teresa nell'abside, possiamo ammirare una Madonna del Carmine di Sebastiano Conca, la Transverberazione di Santa Teresa del Borremans, e l'altare e gli affreschi risalenti al settecento. Potete ammirare la facciata della chiesa dalle grandi finestre dell’ appartamento .
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Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa
Piazza della Kalsa
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Piazza della kalsa su cui si affaccia la monumentale Santa Teresa alla Kalsa, edificata tra il 1686 ed il 1706 da Giacomo Amato, è una delle più importanti testimonianze del barocco a Palermo. Con la sua ampia e maestosa facciata, l’edificio sovrasta la piazza adiacente rendendola particolarmente suggestiva. Costruita lentamente tra il 1686 e il 1706 da Giacomo Amato a favore delle Carmelitane Scalze, la chiesa deve inoltre il suo splendore agli stucchi decorativi del Serpotta presenti all’interno della costruzione. La facciata, imponente testimonianza del barocco palermitano, ha membrature tagliate nelle pietra viva, in uno sviluppo di vibrante effetto che coniuga eredità rinascimentali e barocco romano. Sul portale principale si trova una scodella con la Sacra Famiglia, notevole opera di Cristoforo Milanti, mentre le decorazioni sono rappresentate dalle statue in stucco. L'interno risponde alla grandiosità della struttura, con larghe lesene e solide colonne che definiscono un ampio e luminoso spazio. Prezioso e di suggestivo effetto sono i pavimenti a tarsie marmoree del XVII secolo, mentre nelle cappelle si trovano grandi tele a toni accesi che perseguono il disegno globale dell'architettura. Oltre a Giuseppe e Procopio Serpotta, che firmano, oltre a tutti gli stucchi decorativi, le statue di Sant'Anna e Santa Teresa nell'abside, possiamo ammirare una Madonna del Carmine di Sebastiano Conca, la Transverberazione di Santa Teresa del Borremans, e l'altare e gli affreschi risalenti al settecento. Potete ammirare la facciata della chiesa dalle grandi finestre dell’ appartamento .
La Porta dei Greci si trova in piazza Kalsa, nel cuore del quartiere storico, tra il Bastione del Tuono e il Bastione di Vega, di fronte al Foro Italico ed affacciata sul mare. Il nome della Porta, come quello della Chiesa attigua, trae origine dall'antichità, quando l'attuale piazza era abitata da mercanti greci. La porta fu edificata nel 14esimo secolo, poi distrutta e riedificata nel 1553, ispirandosi allo stile architettonico della Porta di Castro. Dopo la demolizione dei Bastioni, nella seconda metà del '700, la Porta fu spostata verso il mare, inserita nel nuovo perimetro murario sopra al quale, appena un secolo dopo, fu edificato il Palazzo Forcella - Baucina - De Seta. Il lato della Porta affacciato sul mare presenta un motivo a bugne, che ne accentua il chiaroscuro, e alcune colonne, mentre ull'architrave sono rappresentati festoni di fiori e frutta e alcune figure umane. Il lato interno al contrario appare quasi spoglio e privo di decorazioni.
Porta dei Greci
Via Porta dei Greci
La Porta dei Greci si trova in piazza Kalsa, nel cuore del quartiere storico, tra il Bastione del Tuono e il Bastione di Vega, di fronte al Foro Italico ed affacciata sul mare. Il nome della Porta, come quello della Chiesa attigua, trae origine dall'antichità, quando l'attuale piazza era abitata da mercanti greci. La porta fu edificata nel 14esimo secolo, poi distrutta e riedificata nel 1553, ispirandosi allo stile architettonico della Porta di Castro. Dopo la demolizione dei Bastioni, nella seconda metà del '700, la Porta fu spostata verso il mare, inserita nel nuovo perimetro murario sopra al quale, appena un secolo dopo, fu edificato il Palazzo Forcella - Baucina - De Seta. Il lato della Porta affacciato sul mare presenta un motivo a bugne, che ne accentua il chiaroscuro, e alcune colonne, mentre ull'architrave sono rappresentati festoni di fiori e frutta e alcune figure umane. Il lato interno al contrario appare quasi spoglio e privo di decorazioni.
Si erge sopra la cinquecentesca Porta dei Greci, nel tratto di mura un tempo compreso tra il bastione De Vega e il bastione del Tuono: è palazzo Forcella De Seta è un’affascinante dimora, unica nel suo genere, certamente da considerare una delle realizzazioni architettoniche più interessanti e raffinate dell’eclettismo ottocentesco. Gli ambienti interni sono una vera meraviglia dove si respira una magica atmosfera, le sale e le gallerie, che presentano apparati decorativi di grande pregio, sembrano rimandare ognuna a specifiche tappe della storia dell’architettura siciliana del medioevo. Entrando dall’ingresso principale sull’ antica “salita Forcella” (oggi rampa di S. Teresa) si arriva alla scala di accesso che immette al primo piano, dove troviamo un luminoso vestibolo e due grandi gallerie con alte finestre ogivali. Una di queste gallerie, la cosiddetta “sala dell’Alhambra” è uno degli ambienti più affascinanti del palazzo, presenta una poderosa volta a padiglione con decorazioni in stucco modellata da intrecci geometrici, stucchi policromi con decorazioni arabescanti nelle pareti, colonne angolari su alti plinti, splendide aperture archiacuate ed una pregiatissima pavimentazione in tarsie marmoree con diversi colori e disegni, che richiamano all’architettura moresca e in particolare si ispirano alla sala degli ambasciatori dell’Alhambra di Granada; edificio noto al marchese Forcella attraverso le incisioni inviategli dalla regina di Spagna. In diretta connessione con la sala dell’Alhambra si trova la “sala dei Mosaici”, che riprende il tema iconografico delle decorazioni a mosaico delle regge palermitane arabo-normanne e, in particolare, della sala di re Ruggero al Palazzo Reale di Palermo. Un’ iscrizione dedicatoria in lingua greca posta nella cornice del soffitto di questa sala, attesta la fedeltà e la riconoscenza del marchese Forcella al re Ferdinando II di Borbone, di cui era stimato funzionario. Ma accanto a questi ambienti ispirati all’arte e all’architettura medievale vi si trovano altre sale che presentano anch’esse grande ricchezza decorativa, come l’ampio salone in stile neoclassico con dei pilastri corinzi e un bell’affresco che raffigura il “Trionfo della Primavera” di Onofrio Tomaselli (1923), un’altra sala nel cui pavimento a mosaico è raffigurato un episodio tratto dall’Ippolito di Euripide ed altri ambienti più semplici con soffitti a cassettoni decorati a tarsie lignee. Da ricordare anche la sala ottagonale che custodiva una preziosa fontana di ispirazione moresca, imitazione di una fontana dei giardini dell’Alhambra, (oggi asportata).
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Palazzo Forcella De Seta
21 Foro Italico Umberto I
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Si erge sopra la cinquecentesca Porta dei Greci, nel tratto di mura un tempo compreso tra il bastione De Vega e il bastione del Tuono: è palazzo Forcella De Seta è un’affascinante dimora, unica nel suo genere, certamente da considerare una delle realizzazioni architettoniche più interessanti e raffinate dell’eclettismo ottocentesco. Gli ambienti interni sono una vera meraviglia dove si respira una magica atmosfera, le sale e le gallerie, che presentano apparati decorativi di grande pregio, sembrano rimandare ognuna a specifiche tappe della storia dell’architettura siciliana del medioevo. Entrando dall’ingresso principale sull’ antica “salita Forcella” (oggi rampa di S. Teresa) si arriva alla scala di accesso che immette al primo piano, dove troviamo un luminoso vestibolo e due grandi gallerie con alte finestre ogivali. Una di queste gallerie, la cosiddetta “sala dell’Alhambra” è uno degli ambienti più affascinanti del palazzo, presenta una poderosa volta a padiglione con decorazioni in stucco modellata da intrecci geometrici, stucchi policromi con decorazioni arabescanti nelle pareti, colonne angolari su alti plinti, splendide aperture archiacuate ed una pregiatissima pavimentazione in tarsie marmoree con diversi colori e disegni, che richiamano all’architettura moresca e in particolare si ispirano alla sala degli ambasciatori dell’Alhambra di Granada; edificio noto al marchese Forcella attraverso le incisioni inviategli dalla regina di Spagna. In diretta connessione con la sala dell’Alhambra si trova la “sala dei Mosaici”, che riprende il tema iconografico delle decorazioni a mosaico delle regge palermitane arabo-normanne e, in particolare, della sala di re Ruggero al Palazzo Reale di Palermo. Un’ iscrizione dedicatoria in lingua greca posta nella cornice del soffitto di questa sala, attesta la fedeltà e la riconoscenza del marchese Forcella al re Ferdinando II di Borbone, di cui era stimato funzionario. Ma accanto a questi ambienti ispirati all’arte e all’architettura medievale vi si trovano altre sale che presentano anch’esse grande ricchezza decorativa, come l’ampio salone in stile neoclassico con dei pilastri corinzi e un bell’affresco che raffigura il “Trionfo della Primavera” di Onofrio Tomaselli (1923), un’altra sala nel cui pavimento a mosaico è raffigurato un episodio tratto dall’Ippolito di Euripide ed altri ambienti più semplici con soffitti a cassettoni decorati a tarsie lignee. Da ricordare anche la sala ottagonale che custodiva una preziosa fontana di ispirazione moresca, imitazione di una fontana dei giardini dell’Alhambra, (oggi asportata).
Passeg- giata delle Cattive, eretta nel 1823 sulla cortina muraria che delimitava la Passeggiata alla Marina, luogo di ritrovo e di svago per l’elegante aristocrazia cittadina e scenario privilegiato per feste e parate (a rievocare il fascino dei tempi passati rimane il neoclassico palchetto della musica). Qui sorgono numerosi palazzi nobiliari, con terrazze che offrivano un’incantevole ed esclusiva vista mare. La passeggiata sopraelevata deve la sua curiosa denominazione all’espressione popolare mura di li cattivi, cioè delle vedove (prigioniere del lutto), che qui godevano di una maggiore riservatezza.
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Muro delle Cattive
1 Piazza Santo Spirito
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Passeg- giata delle Cattive, eretta nel 1823 sulla cortina muraria che delimitava la Passeggiata alla Marina, luogo di ritrovo e di svago per l’elegante aristocrazia cittadina e scenario privilegiato per feste e parate (a rievocare il fascino dei tempi passati rimane il neoclassico palchetto della musica). Qui sorgono numerosi palazzi nobiliari, con terrazze che offrivano un’incantevole ed esclusiva vista mare. La passeggiata sopraelevata deve la sua curiosa denominazione all’espressione popolare mura di li cattivi, cioè delle vedove (prigioniere del lutto), che qui godevano di una maggiore riservatezza.
Tra i palazzi che fiancheggiano la passeggiata, il settecentesco Palazzo Branciforti di Butera era un vero e proprio status symbol della potentissima famiglia Branciforti, è una delle dimore più affascinanti e ricche di storia di tutta la Sicilia, una vera e propria reggia che sorge nel cuore dell’antico quartiere della Kalsa. Sappiamo con certezza che, in seguito alle proprietà precedenti dei Branciforte e dei Gravina, il palazzo già nel 1735 aveva l’aspetto attuale, con il monumentale prospetto rivolto verso il mare. Dall’elegante scalone in marmo rosso di Trapani si accede al piano nobile che ha inizio con la grande sala di rappresentanza, sul cui soffitto campeggiano gli araldi della famiglia Branciforte, il leone rampante con vessillo e due zampe mozzate, e sulle cui pareti sono apposti i ritratti degli antenati della famiglia e le vedute delle proprietà dei Butera. A seguire si incrociano i numerosi salotti e saloni, in primis il sontuoso salone destinato a sala . Splendide pitture raffiguranti prospettive architettoniche a trafori che decorano i soffitti dei saloni del piano nobile e del secondo piano, oltre alle collezioni di dipinti, i lampadari in vetro di murano, gli eleganti arredi, i raffinati soprammobili e i ricchi pavimenti. Il fascino di questo luogo, con il suggestivo panorama sul golfo di Palermo, colpì l'immaginario del poeta tedesco Goethe che vi soggiornò, durante il suo viaggio in Sicilia. Dal 2016 è proprietà del collezionista e gallerista Massimo Valsecchi, che ne ha avviato un imponente progetto di restauro e rinnovamento, per creare ad oggi un grande museo d’arte classica e moderna.
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Palazzo Butera
2 Via Dammuselli
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Tra i palazzi che fiancheggiano la passeggiata, il settecentesco Palazzo Branciforti di Butera era un vero e proprio status symbol della potentissima famiglia Branciforti, è una delle dimore più affascinanti e ricche di storia di tutta la Sicilia, una vera e propria reggia che sorge nel cuore dell’antico quartiere della Kalsa. Sappiamo con certezza che, in seguito alle proprietà precedenti dei Branciforte e dei Gravina, il palazzo già nel 1735 aveva l’aspetto attuale, con il monumentale prospetto rivolto verso il mare. Dall’elegante scalone in marmo rosso di Trapani si accede al piano nobile che ha inizio con la grande sala di rappresentanza, sul cui soffitto campeggiano gli araldi della famiglia Branciforte, il leone rampante con vessillo e due zampe mozzate, e sulle cui pareti sono apposti i ritratti degli antenati della famiglia e le vedute delle proprietà dei Butera. A seguire si incrociano i numerosi salotti e saloni, in primis il sontuoso salone destinato a sala . Splendide pitture raffiguranti prospettive architettoniche a trafori che decorano i soffitti dei saloni del piano nobile e del secondo piano, oltre alle collezioni di dipinti, i lampadari in vetro di murano, gli eleganti arredi, i raffinati soprammobili e i ricchi pavimenti. Il fascino di questo luogo, con il suggestivo panorama sul golfo di Palermo, colpì l'immaginario del poeta tedesco Goethe che vi soggiornò, durante il suo viaggio in Sicilia. Dal 2016 è proprietà del collezionista e gallerista Massimo Valsecchi, che ne ha avviato un imponente progetto di restauro e rinnovamento, per creare ad oggi un grande museo d’arte classica e moderna.
Porta Felice venne costruita nel 1582 per volontà del vicerè Colonna in omaggio alla moglie, Donna Felice Orsini (da cui prende il nome). ... I due non riuscivano proprio a tenere a bada la passione, tanto che il vicerè aveva anche fatto sistemare le stanze sopra Porta Nuova per i suoi incontri amorosi. La protagonista, durante l'equinozio di primavera, di un fenomeno naturale tanto suggestivo quanto unico: da qui, alle 6 del mattino del 20 marzo potrete vedere sorgere il sole dal mare, perfettamente allineato con la più antica strada di Palermo, appunto il Cassaro, elegante ed imponente apre la porta della cittá al mare.
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Porta Felice
Foro Italico Umberto I
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Porta Felice venne costruita nel 1582 per volontà del vicerè Colonna in omaggio alla moglie, Donna Felice Orsini (da cui prende il nome). ... I due non riuscivano proprio a tenere a bada la passione, tanto che il vicerè aveva anche fatto sistemare le stanze sopra Porta Nuova per i suoi incontri amorosi. La protagonista, durante l'equinozio di primavera, di un fenomeno naturale tanto suggestivo quanto unico: da qui, alle 6 del mattino del 20 marzo potrete vedere sorgere il sole dal mare, perfettamente allineato con la più antica strada di Palermo, appunto il Cassaro, elegante ed imponente apre la porta della cittá al mare.
Il nome deriva dalla catena di chiusura del porto che veniva assicurata al muro esterno della chiesa. Bell’esempio di stile gotico catalano (XV-XVI sec.), è attribuita a Matteo Carnelivari ed è preceduta da un ampio portico, dietro al quale si celano i portali decorati da Vincenzo Gagini. Sull’altro lato del corso, San Giovanni dei Napoletani è una raccolta costruzione del XVI-XVII sec. che conserva stucchi di Procopio Serpotta.
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Chiesa di Santa Maria della Catena
snc Piazzetta delle Dogane
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Il nome deriva dalla catena di chiusura del porto che veniva assicurata al muro esterno della chiesa. Bell’esempio di stile gotico catalano (XV-XVI sec.), è attribuita a Matteo Carnelivari ed è preceduta da un ampio portico, dietro al quale si celano i portali decorati da Vincenzo Gagini. Sull’altro lato del corso, San Giovanni dei Napoletani è una raccolta costruzione del XVI-XVII sec. che conserva stucchi di Procopio Serpotta.
ospita il grazioso giardino Garibaldi dove potete ammirare gli alberi secolari ficus conosciuti in tutto il mondo , circondata da bei palazzi: Palazzo Galletti (notare il prospetto su vicolo Palagonia), palazzo Notarbartolo e palazzo Chiaramonte. Interessante per gli amanti dell antiquariato e vintage il mercato da poter visitare tutte le domeniche
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Piazza Marina
Piazza Marina
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ospita il grazioso giardino Garibaldi dove potete ammirare gli alberi secolari ficus conosciuti in tutto il mondo , circondata da bei palazzi: Palazzo Galletti (notare il prospetto su vicolo Palagonia), palazzo Notarbartolo e palazzo Chiaramonte. Interessante per gli amanti dell antiquariato e vintage il mercato da poter visitare tutte le domeniche
ospita il grazioso giardino Garibaldi ed è circondata da bei palazzi: Palazzo Galletti (n. 46, notare il prospetto su vicolo Palagonia), palazzo Notarbartolo (n. 51) e palazzo Chiaramonte. innesto di forme islamiche, normanne e gotiche, amalgamate in un’arte tutta ed esclusivamente siciliana. Sede vicereale, della Regia Curia, del tribunale del Santo Uffizio e infine sede di uffici giudiziari, il palazzo oggi è sede del rettorato universitario, una delle maggiori istituzioni culturali della città.
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Palazzo Chiaramonte
60 Piazza Marina
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ospita il grazioso giardino Garibaldi ed è circondata da bei palazzi: Palazzo Galletti (n. 46, notare il prospetto su vicolo Palagonia), palazzo Notarbartolo (n. 51) e palazzo Chiaramonte. innesto di forme islamiche, normanne e gotiche, amalgamate in un’arte tutta ed esclusivamente siciliana. Sede vicereale, della Regia Curia, del tribunale del Santo Uffizio e infine sede di uffici giudiziari, il palazzo oggi è sede del rettorato universitario, una delle maggiori istituzioni culturali della città.
Palazzo Abatellis, fulgido esempio di architettura gotico-catalana, risale alla fine del XV secolo e fu residenza di Francesco Abatellis, maestro Portulano del regno. Alla sua morte il palazzo venne ereditato dalla moglie, che vi fondò il monastero femminile di Santa Maria della Pietà. La nuova destinazione d'uso richiese alcuni interventi strutturali, come la costruzione di una cappella e in seguito della attigua Chiesa di Santa Maria della Pietà. Il palazzo fu gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e restaurato negli anni '50, quando la Soprintendenza ne fece una Galleria d'arte medievale. Oggi le sale del palazzo ospitano numerose opere d'arte, tra gli altri quelle di Pietro Novelli, Antoon Van Dyck, Domenico e Antonello Gagini, Filippo Paladini e Vito D'Anna.museo galleria regionale d arte.
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Palazzo Abatellis
4 Via Alloro
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Palazzo Abatellis, fulgido esempio di architettura gotico-catalana, risale alla fine del XV secolo e fu residenza di Francesco Abatellis, maestro Portulano del regno. Alla sua morte il palazzo venne ereditato dalla moglie, che vi fondò il monastero femminile di Santa Maria della Pietà. La nuova destinazione d'uso richiese alcuni interventi strutturali, come la costruzione di una cappella e in seguito della attigua Chiesa di Santa Maria della Pietà. Il palazzo fu gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e restaurato negli anni '50, quando la Soprintendenza ne fece una Galleria d'arte medievale. Oggi le sale del palazzo ospitano numerose opere d'arte, tra gli altri quelle di Pietro Novelli, Antoon Van Dyck, Domenico e Antonello Gagini, Filippo Paladini e Vito D'Anna.museo galleria regionale d arte.
I caratteri architettonici riflettono il gusto gotico- settentrionale con elementi di importazione catalana, edita nel periodo spagnolo come si denota dall’abside poligonale con copertura stellare e costoloni con chiavi pendule, il coro con archi ogivali e un’ampia crociera, la presenza di monofore archiacute e infine lo sviluppo verticale dell’intero impianto basilicale articolato in tre navate. Un teatro a cielo aperto .
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Santa Maria Dello Spasimo
15 Via Dello Spasimo
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I caratteri architettonici riflettono il gusto gotico- settentrionale con elementi di importazione catalana, edita nel periodo spagnolo come si denota dall’abside poligonale con copertura stellare e costoloni con chiavi pendule, il coro con archi ogivali e un’ampia crociera, la presenza di monofore archiacute e infine lo sviluppo verticale dell’intero impianto basilicale articolato in tre navate. Un teatro a cielo aperto .
Chiesa della Magione dei Cavalieri Teutonici - Basilica della SS. Trinita' e Chiostro Fondata nel 1191 per i monaci cistercensi, molto danneggiata dalle bombe, è stata successivamente restaurata e parzialmente ricostruita. Vi si accede da un portale barocco che si apre a sinistra sulla via omonima. Interno a tre navate su colonne marmoree e archi a sesto acuto, nel pavimento lastre tombali di cavalieri teutonici. A sinistra della chiesa sono interessanti avanzi del chiostro del secolo XII che ricorda quello di Monreale. Tra le opere d'arte al suo interno vi sono: due acquasantiere del XVI secolo ai lati dell'ingresso,una Vergine col Bambino del XVI secolo. Nell'abside destra un tabernacolo del XVI secolo e una Madonna dipinta su lavagna, forse cinquecentesca.
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La Magione
44 Via Magione
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Chiesa della Magione dei Cavalieri Teutonici - Basilica della SS. Trinita' e Chiostro Fondata nel 1191 per i monaci cistercensi, molto danneggiata dalle bombe, è stata successivamente restaurata e parzialmente ricostruita. Vi si accede da un portale barocco che si apre a sinistra sulla via omonima. Interno a tre navate su colonne marmoree e archi a sesto acuto, nel pavimento lastre tombali di cavalieri teutonici. A sinistra della chiesa sono interessanti avanzi del chiostro del secolo XII che ricorda quello di Monreale. Tra le opere d'arte al suo interno vi sono: due acquasantiere del XVI secolo ai lati dell'ingresso,una Vergine col Bambino del XVI secolo. Nell'abside destra un tabernacolo del XVI secolo e una Madonna dipinta su lavagna, forse cinquecentesca.
La Galleria d'Arte Moderna Sant'Anna o GAM è un museo dedicato esclusivamente all'arte moderna e contemporanea. Originariamente ubicata nel ridotto del Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, nel dicembre del 2006 viene trasferita nel seicentesco complesso monumentale Sant'Anna, nello storico quartiere Kalsa. Il museo ospita oltre duecento opere tra pitture e sculture, suddivise in quattordici sezioni tematiche e monografiche che illustrano il percorso delle arti figurative in Italia tra Otto e Novecento a testimonianza del ruolo che pittori e scultori di rilievo nazionale hanno assunto nelle vicende della Palermo modernista. Tra i più grandi capolavori si segnalano le grandi tele di formato monumentale di Giuseppe Sciuti, i paesaggi di Francesco Lojacono, il naturalismo di Antonio Leto, i rimandi Art nouveau di Ettore De Maria Bergler, il gusto scintillante e luministico di Giovanni Boldini e la densa stagione del Novecento, testimoniata da autori come Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Sironi, Renato Guttuso, Franz von Stuck, che ci restituiscono le atmosfere e le suggestioni di una moderna capitale europea. La sede ha ospitato rassegne culturali, festival dell'editoria, seminari e grandi eventi legati all'arte e alla musica.
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Moderne Kunstgalerie Sant'Anna
21 Via Sant'Anna
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La Galleria d'Arte Moderna Sant'Anna o GAM è un museo dedicato esclusivamente all'arte moderna e contemporanea. Originariamente ubicata nel ridotto del Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, nel dicembre del 2006 viene trasferita nel seicentesco complesso monumentale Sant'Anna, nello storico quartiere Kalsa. Il museo ospita oltre duecento opere tra pitture e sculture, suddivise in quattordici sezioni tematiche e monografiche che illustrano il percorso delle arti figurative in Italia tra Otto e Novecento a testimonianza del ruolo che pittori e scultori di rilievo nazionale hanno assunto nelle vicende della Palermo modernista. Tra i più grandi capolavori si segnalano le grandi tele di formato monumentale di Giuseppe Sciuti, i paesaggi di Francesco Lojacono, il naturalismo di Antonio Leto, i rimandi Art nouveau di Ettore De Maria Bergler, il gusto scintillante e luministico di Giovanni Boldini e la densa stagione del Novecento, testimoniata da autori come Massimo Campigli, Felice Casorati, Mario Sironi, Renato Guttuso, Franz von Stuck, che ci restituiscono le atmosfere e le suggestioni di una moderna capitale europea. La sede ha ospitato rassegne culturali, festival dell'editoria, seminari e grandi eventi legati all'arte e alla musica.
I cosiddetti quattro Canti, situati in piazza Villena, rappresentano il centro della Palermo barocca. La sua struttura, perfettamente ottagonale, è formata dall’alternanza di strade (Via Vittorio Emanuele e via Maqueda) e quinte architettoniche. Le facciate che formano la piazza, durante le ore del giorno, risultano sempre illuminate almeno da un lato, ed è per questo che sono anche conosciute con il nome di “Teatro del Sole”. Le statue presenti nella piazza sono state collocate da Mariano Smiriglio, ingegnere del Senato palermitano, a partire dal 1617 e rappresentano i fiumi di Palermo (Oreto, Kemonia, Pannaria e Papireto), l’allegoria delle stagioni, i regnanti storici della città e le sante patrone palermitane. Il cantone sud, appartenente al quartiere dell’Albergheria, è adornato da una statua di Venere (la primavera), Carlo V, Santa Cristina. Il cantone nord, appartenente al quartiere La Loggia, è adornato da una statua di Bacco (l’autunno), Filippo IV e Sant’Oliva. Il cantone ovest, appartenente al quartiere del Capo, è adornato con la statua di Cerere (estate), Filippo II e Santa Ninfa. Il cantone est, appartenente al quartiere della Kalsa, è adornato con la statua di Eolo (inverno), Filippo III e Sant’Agata.
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Quattro Canti
Via Maqueda
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I cosiddetti quattro Canti, situati in piazza Villena, rappresentano il centro della Palermo barocca. La sua struttura, perfettamente ottagonale, è formata dall’alternanza di strade (Via Vittorio Emanuele e via Maqueda) e quinte architettoniche. Le facciate che formano la piazza, durante le ore del giorno, risultano sempre illuminate almeno da un lato, ed è per questo che sono anche conosciute con il nome di “Teatro del Sole”. Le statue presenti nella piazza sono state collocate da Mariano Smiriglio, ingegnere del Senato palermitano, a partire dal 1617 e rappresentano i fiumi di Palermo (Oreto, Kemonia, Pannaria e Papireto), l’allegoria delle stagioni, i regnanti storici della città e le sante patrone palermitane. Il cantone sud, appartenente al quartiere dell’Albergheria, è adornato da una statua di Venere (la primavera), Carlo V, Santa Cristina. Il cantone nord, appartenente al quartiere La Loggia, è adornato da una statua di Bacco (l’autunno), Filippo IV e Sant’Oliva. Il cantone ovest, appartenente al quartiere del Capo, è adornato con la statua di Cerere (estate), Filippo II e Santa Ninfa. Il cantone est, appartenente al quartiere della Kalsa, è adornato con la statua di Eolo (inverno), Filippo III e Sant’Agata.
Piazza Pretoria, comunemente chiamata “Piazza della Vergogna” per la nudità delle statue che compongono la bellissima fontana. Quest’ultima è scolpita tutta in marmo bianco di Carrara per opera dello scultore Francesco Camilliani che la realizzò a Firenze nel 1554 e successivamente acquistata dalla città di Palermo. Una leggenda racconta che lateralmente alla piazza sorgeva un convento di monache di clausura e una notte le sorelle, mortificate e vergognate dall’oscena nudità delle statue, scesero in piazza approfittando del buio, ed evirarono le indecenti sculture, per eliminare così le “vergogne” che stavano al vento, ma in effetti non è proprio così, perché se andiamo a vedere di persona possiamo notare che di statue evirate ce ne sono ben poche, quasi tutti gli uomini vantano del proprio membro! Piazza Villena (i quattro canti)La stupenda piazza si trova poco distante dai Quattro Canti, esattamente nel baricentro della città storica di Palermo. La sopracitata fontana denominata appunto Fontana Pretoria, mirabile esempio di Rinascimento toscano, occupa tutto il centro della Piazza ed è una delle più belle fontane d’Italia. E’ composta da due anelli concentrici di pietra divisi da un anello d’acqua, sormontati da scalinate che fungono da piccoli ponti e parapetti di marmo. Al centro uno stelo composto da tre vasche posizionate una sull’altra, dove fuoriesce un fusto di marmo che sorregge un puttino con una cornucopia, simbolo mitologico di cibo e abbondanza, gli déi dell’Olimpo ed i fiumi di Palermo, Oreto, Papireto, Gabriele e Maredolce. Tutto intorno statue di uomini e donne, divinità pagane e teste di animali che versano acqua nelle vasche. A racchiudere la monumentale fontana una cancellata in ferro battuto di Giovanni Battista Basile (1858) che presenta quattro varchi ornati da otto Erme ( pilastrini sormontate da una testa scolpita ).
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Piazza Pretoria
Piazza Pretoria
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Piazza Pretoria, comunemente chiamata “Piazza della Vergogna” per la nudità delle statue che compongono la bellissima fontana. Quest’ultima è scolpita tutta in marmo bianco di Carrara per opera dello scultore Francesco Camilliani che la realizzò a Firenze nel 1554 e successivamente acquistata dalla città di Palermo. Una leggenda racconta che lateralmente alla piazza sorgeva un convento di monache di clausura e una notte le sorelle, mortificate e vergognate dall’oscena nudità delle statue, scesero in piazza approfittando del buio, ed evirarono le indecenti sculture, per eliminare così le “vergogne” che stavano al vento, ma in effetti non è proprio così, perché se andiamo a vedere di persona possiamo notare che di statue evirate ce ne sono ben poche, quasi tutti gli uomini vantano del proprio membro! Piazza Villena (i quattro canti)La stupenda piazza si trova poco distante dai Quattro Canti, esattamente nel baricentro della città storica di Palermo. La sopracitata fontana denominata appunto Fontana Pretoria, mirabile esempio di Rinascimento toscano, occupa tutto il centro della Piazza ed è una delle più belle fontane d’Italia. E’ composta da due anelli concentrici di pietra divisi da un anello d’acqua, sormontati da scalinate che fungono da piccoli ponti e parapetti di marmo. Al centro uno stelo composto da tre vasche posizionate una sull’altra, dove fuoriesce un fusto di marmo che sorregge un puttino con una cornucopia, simbolo mitologico di cibo e abbondanza, gli déi dell’Olimpo ed i fiumi di Palermo, Oreto, Papireto, Gabriele e Maredolce. Tutto intorno statue di uomini e donne, divinità pagane e teste di animali che versano acqua nelle vasche. A racchiudere la monumentale fontana una cancellata in ferro battuto di Giovanni Battista Basile (1858) che presenta quattro varchi ornati da otto Erme ( pilastrini sormontate da una testa scolpita ).
Inizio costruzione: 1185, impianto attuale Stili architettonici: Architettura gotica, Architettura barocca, Architettura neoclassica, Stile moresco, Architettura normanna. ARABA/NORMANNA
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Kathedraal van Palermo
490 Via Vittorio Emanuele
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Inizio costruzione: 1185, impianto attuale Stili architettonici: Architettura gotica, Architettura barocca, Architettura neoclassica, Stile moresco, Architettura normanna. ARABA/NORMANNA
Situata in posizione dominante la sottostante piazza Bellini, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota anche come “la Martorana“, deve la sua più comune denominazione alla presenza di un monastero benedettino femminile, fondato nel 1193 da Goffredo ed Aloisia de Marturano, al quale nel 1435 il re Alfonso “il Magnanimo” concesse la chiesa. La sua edificazione (1143-1185), si deve al grande Ammiraglio del Regno, Giorgio Antiocheno, come ringraziamento per l’aiuto e la protezione concessagli dalla Santissima Vergine: il famoso Ammiraglio, volle assegnare la chiesa al clero greco bizantino, stabilendone anche la dotazione (un fondo in Misilmeri con 10 villani). Nel 1282 dopo la rivolta del Vespro, nella chiesa ebbe luogo la riunione dei maggiori baroni del Regno, in cui si giurò fedeltà a Pietro d’Aragona che aveva appoggiato la rivolta contro Carlo d’Angiò. la-martorana finestra martorana L’aspetto attuale, dovuto alle aggiunte di epoca barocca, in parte eliminati dai restauri ottocenteschi operati dall’ing.Giuseppe Patricolo (1870-1873), rivela chiaramente il contrasto tra la facciata barocca e la superficie muraria della originaria costruzione normanna, facilmente riconoscibile dai caratteri inconfondibili dell’architettura ecclesiale del medioevo siciliano: il disegno delle arcate, le finestrelle ogivali, la muratura eseguita con filari di piccoli conci ben squadrati e la presenza della cupola. L’interno, vero gioiello dell’arte bizantina.
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Santa Maria dell'Ammiraglio (La Martorana)
3 Piazza Bellini
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Situata in posizione dominante la sottostante piazza Bellini, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota anche come “la Martorana“, deve la sua più comune denominazione alla presenza di un monastero benedettino femminile, fondato nel 1193 da Goffredo ed Aloisia de Marturano, al quale nel 1435 il re Alfonso “il Magnanimo” concesse la chiesa. La sua edificazione (1143-1185), si deve al grande Ammiraglio del Regno, Giorgio Antiocheno, come ringraziamento per l’aiuto e la protezione concessagli dalla Santissima Vergine: il famoso Ammiraglio, volle assegnare la chiesa al clero greco bizantino, stabilendone anche la dotazione (un fondo in Misilmeri con 10 villani). Nel 1282 dopo la rivolta del Vespro, nella chiesa ebbe luogo la riunione dei maggiori baroni del Regno, in cui si giurò fedeltà a Pietro d’Aragona che aveva appoggiato la rivolta contro Carlo d’Angiò. la-martorana finestra martorana L’aspetto attuale, dovuto alle aggiunte di epoca barocca, in parte eliminati dai restauri ottocenteschi operati dall’ing.Giuseppe Patricolo (1870-1873), rivela chiaramente il contrasto tra la facciata barocca e la superficie muraria della originaria costruzione normanna, facilmente riconoscibile dai caratteri inconfondibili dell’architettura ecclesiale del medioevo siciliano: il disegno delle arcate, le finestrelle ogivali, la muratura eseguita con filari di piccoli conci ben squadrati e la presenza della cupola. L’interno, vero gioiello dell’arte bizantina.
Progettato dall’architetto Giovanni Battista Basile, il Teatro Massimo è il principale teatro lirico della città di Palermo, oltre che il terzo teatro più grande d'Europa, dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Di gusto neoclassico-eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. La simmetria compositiva attorno all'asse dell'ingresso, la ripetizione costante degli elementi, come colonne e finestre ad archi, la decorazione rigorosamente composta, definiscono una struttura spaziale semplice ed una volumetria chiara, armonica e geometrica, d'ispirazione greca e romana. I riferimenti formali di quest'edificio sono, oltre che nei teatri antichi, anche nelle costruzioni religiose e pubbliche romane quali il tempio, la basilica civile e le terme soprattutto nello sviluppo planimetrico dei volumi e nella copertura. Sul frontone della facciata si può leggere il motto: "L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire". L'esterno del teatro, seguendo la moda dell'attualizzazione delle architetture antiche, presenta un pronao corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale sono posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia dello scultore Benedetto Civiletti e della Lirica dello scultore Maestro Mario Rutelli, figlio dello stesso Architetto Giovanni; in alto l'edificio è sovrastato da un'enorme cupola emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura.
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Teatro Massimo
Piazza Giuseppe Verdi
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Progettato dall’architetto Giovanni Battista Basile, il Teatro Massimo è il principale teatro lirico della città di Palermo, oltre che il terzo teatro più grande d'Europa, dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Di gusto neoclassico-eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. La simmetria compositiva attorno all'asse dell'ingresso, la ripetizione costante degli elementi, come colonne e finestre ad archi, la decorazione rigorosamente composta, definiscono una struttura spaziale semplice ed una volumetria chiara, armonica e geometrica, d'ispirazione greca e romana. I riferimenti formali di quest'edificio sono, oltre che nei teatri antichi, anche nelle costruzioni religiose e pubbliche romane quali il tempio, la basilica civile e le terme soprattutto nello sviluppo planimetrico dei volumi e nella copertura. Sul frontone della facciata si può leggere il motto: "L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire". L'esterno del teatro, seguendo la moda dell'attualizzazione delle architetture antiche, presenta un pronao corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale sono posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia dello scultore Benedetto Civiletti e della Lirica dello scultore Maestro Mario Rutelli, figlio dello stesso Architetto Giovanni; in alto l'edificio è sovrastato da un'enorme cupola emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura.
Passeggiata sul lungo mare
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La Cala
Via Cala
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Offerta gastronomica

Ottimo cibo
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Sardina PastaBar
41/43 Via dei Cassari
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Ottimo cibo
Ottimo cibo cucina tipica siciliana
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Osteria Mangia e Bevi
18 L.go dei Cavalieri di Malta
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Ottimo cibo da gustare davanti al mare
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Molo Sant'Erasmo - Trattoria sul Mare
Caletta Sant'Erasmo
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Ottimo cibo bella location
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A'Cala
Via Cala
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Ottima la pizza di fronte casa
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Arte e Tradizione
2 Via Santa Teresa
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Ottimo gelato
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Antica Gelateria Patricola
11 Foro Italico Umberto I
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Ottimo pesce ottima cucina tipica siciliana e buon prezzo
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Ferro di Cavallo
20 Via Venezia
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Ottimo cibo
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Ciccio in Pentola
44 Via Dello Spasimo
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Ottimo cibo
Ottima gastronomia siciliana
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Antica Focacceria San Francesco
58 Via Alessandro Paternostro
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Ottimo cibo, sotto casa
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Ristorante Le Mura
17/18/19 Foro Italico Umberto I
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Pub

Location sul mare incantevole drink food e musica
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Nautoscopio
Piazza Capitaneria di Porto
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supermercati, negozi per alimenti

Per fare la spesa a 500 metri
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Carrefour Market - Supermarket
1 Salita Partanna
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Piccolo market di fronte casa
Mazze' Pietro
5 Via Santa Teresa
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Ottimo pane buon cibo di fronte casa
Panificio Forestiere Giuseppe
17 Via Niccolò Cervello
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