Nei dintorni di Joppolo

Francesca
Nei dintorni di Joppolo

Visite turistiche

Tropea è una città ricca di storia. Ci sono tante cose da vedere: le sue spiagge, le sue chiese, i suoi panorami e la sua cucina. Tutto ciò la rende una delle mete turistiche più apprezzate al mondo. Consigliato è un giro in barca lungo la costa degli dei.
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Tropea
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Tropea è una città ricca di storia. Ci sono tante cose da vedere: le sue spiagge, le sue chiese, i suoi panorami e la sua cucina. Tutto ciò la rende una delle mete turistiche più apprezzate al mondo. Consigliato è un giro in barca lungo la costa degli dei.
La riscoperta città rupestre con il suo museo meritano un visita. Luogo suggestivo
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Zungri
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La riscoperta città rupestre con il suo museo meritano un visita. Luogo suggestivo
La seconda domenica di luglio si festeggia la Madonna della catena. Questa è una delle feste religiose popolari più importanti del sud Italia. Vi sono inoltre i ruderi del Convento di san Francesco di Soreto, situato fuori dall'abitato, in una vallata molto scenografica. Qui è possibile fare un picnic nelle aree attrezzate.
Dinami
La seconda domenica di luglio si festeggia la Madonna della catena. Questa è una delle feste religiose popolari più importanti del sud Italia. Vi sono inoltre i ruderi del Convento di san Francesco di Soreto, situato fuori dall'abitato, in una vallata molto scenografica. Qui è possibile fare un picnic nelle aree attrezzate.
Sono tanti i tesori nascosti da scoprire in Calabria, tra queste non dimenticate di visitare Serra San Bruno, forse uno dei centri culturali più sviluppati e ammirati in Calabria, da turisti e non solo. Il borgo di Serra San Bruno si sviluppa nell’entroterra di Vibo Valentia, nella zona montuosa. È proprio grazie a questo centro culturale che questa zona è tra le più visitate durante le vacanze in Calabria, in tutti i periodi dell’anno. Dai sapori dei prodotti tipici e locali che insaporiscono le pietanze calabresi, all’aria salutare e ai suoi tesori da scoprire, Serra San Bruno difficilmente lascerà delusi i suoi visitatori. È possibile arrivare a Serra San Bruno per un tour turistico lungo un giorno, un po’ faticoso ma non impossibile. Per chi invece ama il verde, sappiate che non mancano le strutture ricettive, hotel e case vacanze di tutti i tipi, per godersi una piacevole vacanza immersi nella natura. Diversi sono i tesori da scoprire durante un tour a Serra San Bruno. Se vi addentrerete nei boschi, sarà difficile non imbattersi nei famosi Scarazzi. Si tratta di montagnette in legno, ricoperte di terra, utilizzate nel passato per la produzione del carbone vegetale. Ancora oggi quest’attività tradizionale viene praticata proprio a Serra San Bruno, pertanto se doveste notare del fumo non allarmatevi. Godetevi anche una gradevole pausa relax all’ombra dei faggi secolari, sicuramente i tesori più belli di questo museo a cielo aperto. Tanti i tesori da vedere a Serra San Bruno in vacanza, che sia di un giorno o più giorni, merita una passeggiata nel centro storico del Borgo. Notate l’architettura particolare dei portali in granito, le balconate e le loggette in ferro battuto, e gli angioletti che adornano le facciate dei palazzi storici di Serra San Bruno. Da non perdere qualche visita ai monumenti di Serra San Bruno, oltre alla Certosa, ovvero il monastero di Serra San Bruno. Vi suggeriamo una visita al museo e la Chiesa di San Biagio, del 1795, una visita al Santuario di Santa Maria del Bosco con il famoso laghetto di San Bruno e la Chiesa dell’Addolorata e le Chiese dell’Assunta in Cielo di Spineto e di Terravecchia.
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Serra San Bruno
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Sono tanti i tesori nascosti da scoprire in Calabria, tra queste non dimenticate di visitare Serra San Bruno, forse uno dei centri culturali più sviluppati e ammirati in Calabria, da turisti e non solo. Il borgo di Serra San Bruno si sviluppa nell’entroterra di Vibo Valentia, nella zona montuosa. È proprio grazie a questo centro culturale che questa zona è tra le più visitate durante le vacanze in Calabria, in tutti i periodi dell’anno. Dai sapori dei prodotti tipici e locali che insaporiscono le pietanze calabresi, all’aria salutare e ai suoi tesori da scoprire, Serra San Bruno difficilmente lascerà delusi i suoi visitatori. È possibile arrivare a Serra San Bruno per un tour turistico lungo un giorno, un po’ faticoso ma non impossibile. Per chi invece ama il verde, sappiate che non mancano le strutture ricettive, hotel e case vacanze di tutti i tipi, per godersi una piacevole vacanza immersi nella natura. Diversi sono i tesori da scoprire durante un tour a Serra San Bruno. Se vi addentrerete nei boschi, sarà difficile non imbattersi nei famosi Scarazzi. Si tratta di montagnette in legno, ricoperte di terra, utilizzate nel passato per la produzione del carbone vegetale. Ancora oggi quest’attività tradizionale viene praticata proprio a Serra San Bruno, pertanto se doveste notare del fumo non allarmatevi. Godetevi anche una gradevole pausa relax all’ombra dei faggi secolari, sicuramente i tesori più belli di questo museo a cielo aperto. Tanti i tesori da vedere a Serra San Bruno in vacanza, che sia di un giorno o più giorni, merita una passeggiata nel centro storico del Borgo. Notate l’architettura particolare dei portali in granito, le balconate e le loggette in ferro battuto, e gli angioletti che adornano le facciate dei palazzi storici di Serra San Bruno. Da non perdere qualche visita ai monumenti di Serra San Bruno, oltre alla Certosa, ovvero il monastero di Serra San Bruno. Vi suggeriamo una visita al museo e la Chiesa di San Biagio, del 1795, una visita al Santuario di Santa Maria del Bosco con il famoso laghetto di San Bruno e la Chiesa dell’Addolorata e le Chiese dell’Assunta in Cielo di Spineto e di Terravecchia.
Nel centro abitato di Mongiana si trovano numerosi edifici storici, tra i quali citiamo: la Chiesa di santa Maria delle Grazie, fondata nel XVIII secolo e con opere di artisti locali; la Reale Fabbrica delle Armi dello Stato Borbonico, che, dopo un attento restauro, è divenuta sede del Museo del Territorio; la natura incontaminata che circonda l'abitato, con laghetti, ruscelli e fitte pinete.
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Mongiana
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Nel centro abitato di Mongiana si trovano numerosi edifici storici, tra i quali citiamo: la Chiesa di santa Maria delle Grazie, fondata nel XVIII secolo e con opere di artisti locali; la Reale Fabbrica delle Armi dello Stato Borbonico, che, dopo un attento restauro, è divenuta sede del Museo del Territorio; la natura incontaminata che circonda l'abitato, con laghetti, ruscelli e fitte pinete.
Le prime tracce di insediamenti nell'area di Vibo Valentiarisalgono addirittura al Neolitico. Al tempo dell'Età del Bronzo esisteva un villaggio di nome "Veip" o "Veipone", che sarebbe divenuto, a partire dalla seconda metà del VII secolo a.C., la colonia greca di "Hipponion". Durante il periodo ellenico la città viene dotata di una propria cinta muraria, quindi, conclusa la seconda guerra punica, passa sotto il controllo dei Romani che la rinominano "Valentia", ovvero "forza" o "potenza militare" in latino: il nome Vibo Valentia risale, invece, all'anno 89 a.C., quando diviene municipio. La posizione strategica di Vibo Valentia porta alle visite di personalità eccellenti del periodo, quali Giulio Cesare, Ottaviano e Cicerone, e permette di comprendere le ragioni dell'immediata invasione saracena dopo la fine dell'Impero Romano: Ruggero I di Sicilia vi pone i propri accampamenti nell'XI secolo d.C. e dopo di lui Federico II di Svevia ordina la sua ricostruzione cambiando il nome in "Monteleone di Calabria". Sotto gli Angioini la città vive un momento di forte sviluppo e prosperità, mentre nei secoli successivi passa di mano in mano fino a finire sotto il controllo dei Borbone.
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Vibo Valentia
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Le prime tracce di insediamenti nell'area di Vibo Valentiarisalgono addirittura al Neolitico. Al tempo dell'Età del Bronzo esisteva un villaggio di nome "Veip" o "Veipone", che sarebbe divenuto, a partire dalla seconda metà del VII secolo a.C., la colonia greca di "Hipponion". Durante il periodo ellenico la città viene dotata di una propria cinta muraria, quindi, conclusa la seconda guerra punica, passa sotto il controllo dei Romani che la rinominano "Valentia", ovvero "forza" o "potenza militare" in latino: il nome Vibo Valentia risale, invece, all'anno 89 a.C., quando diviene municipio. La posizione strategica di Vibo Valentia porta alle visite di personalità eccellenti del periodo, quali Giulio Cesare, Ottaviano e Cicerone, e permette di comprendere le ragioni dell'immediata invasione saracena dopo la fine dell'Impero Romano: Ruggero I di Sicilia vi pone i propri accampamenti nell'XI secolo d.C. e dopo di lui Federico II di Svevia ordina la sua ricostruzione cambiando il nome in "Monteleone di Calabria". Sotto gli Angioini la città vive un momento di forte sviluppo e prosperità, mentre nei secoli successivi passa di mano in mano fino a finire sotto il controllo dei Borbone.
il parco archeologico dell'antica Medma è costituito da una grande distesa di ulivi ubicata alle spalle del Museo e nelle immediate vicinanze dell'attuale cimitero di Rosarno. L'area, espropriata intorno agli anni ottanta del secolo scorso dalla Soprintendenza i Beni archeologici della Calabria, non senza polemiche e ostilità da parte di alcuni cittadini che hanno vanamente tentato attività speculative, corrisponde alle aree sacre di Calderazzo e S. Anna, note attraverso gli scavi dell'Orsi; ma non mancano settori che illustrano l'abitato medmeo e le zone artigianali con presenza di pozzi e fornaci. Strettamente connesso al parco archeologico è il Museo di Medma che espone una gran parte degli oggetti rinvenuti nei lunghi anni di ricerche che la Soprintendenza ha effettuato a Rosarno già a partire da P. Orsi e fino ai nostri giorni. L'esposizione inizia con la ricostruzione della necropoli: tombe alla cappuccina, a cassa di embrici, a vasca, ricche di oggetti. Splendidi esemplari della coroplastica medmea -statuette di varie dimensioni e fogge, busti, grandi maschere, criofori (portatori di ariete) - vasi ed armi in ferro rinvenuti nell'area sacra di Calderazzo, sono presentati ai lati di una virtuale via sacra che si arresta davanti alla copia di un altare in terracotta (arula) di grandi dimensioni, con in rilievo i personaggi della tragedia di Sofocle che rappresenta la vicenda di Tyrò, giovane donna, figlia del re Salmoneo ritratta con i figli Pelia e Neleo che per vendicare la madre hanno appena ucciso la matrigna Sidero che giace esamine ai piedi di un altare, mentre il vecchio re Salmoneo fugge disperato davanti a tanto orrore. L'esposizione si conclude con i materiali provenienti dall'abitato tra i quali si segnala un modello di fontana rituale in terracotta. Sono presentati anche oggetti provenienti dalla collezione privata Giovanni Gangemi, donata allo Stato, che è costituita da pregevoli vasi sia a figure nere che a figure rosse tra cui un'anfora con scene della lotta per la conquista delle armi di Achille.
Rosarno
il parco archeologico dell'antica Medma è costituito da una grande distesa di ulivi ubicata alle spalle del Museo e nelle immediate vicinanze dell'attuale cimitero di Rosarno. L'area, espropriata intorno agli anni ottanta del secolo scorso dalla Soprintendenza i Beni archeologici della Calabria, non senza polemiche e ostilità da parte di alcuni cittadini che hanno vanamente tentato attività speculative, corrisponde alle aree sacre di Calderazzo e S. Anna, note attraverso gli scavi dell'Orsi; ma non mancano settori che illustrano l'abitato medmeo e le zone artigianali con presenza di pozzi e fornaci. Strettamente connesso al parco archeologico è il Museo di Medma che espone una gran parte degli oggetti rinvenuti nei lunghi anni di ricerche che la Soprintendenza ha effettuato a Rosarno già a partire da P. Orsi e fino ai nostri giorni. L'esposizione inizia con la ricostruzione della necropoli: tombe alla cappuccina, a cassa di embrici, a vasca, ricche di oggetti. Splendidi esemplari della coroplastica medmea -statuette di varie dimensioni e fogge, busti, grandi maschere, criofori (portatori di ariete) - vasi ed armi in ferro rinvenuti nell'area sacra di Calderazzo, sono presentati ai lati di una virtuale via sacra che si arresta davanti alla copia di un altare in terracotta (arula) di grandi dimensioni, con in rilievo i personaggi della tragedia di Sofocle che rappresenta la vicenda di Tyrò, giovane donna, figlia del re Salmoneo ritratta con i figli Pelia e Neleo che per vendicare la madre hanno appena ucciso la matrigna Sidero che giace esamine ai piedi di un altare, mentre il vecchio re Salmoneo fugge disperato davanti a tanto orrore. L'esposizione si conclude con i materiali provenienti dall'abitato tra i quali si segnala un modello di fontana rituale in terracotta. Sono presentati anche oggetti provenienti dalla collezione privata Giovanni Gangemi, donata allo Stato, che è costituita da pregevoli vasi sia a figure nere che a figure rosse tra cui un'anfora con scene della lotta per la conquista delle armi di Achille.